gen 27 2021
La Vitamina del sole, amica della nostra salute
Lo stile di vita sano, che abbiamo più volte approfondito negli scorsi articoli, non sempre risulta facile da seguire. Alcuni aspetti riusciamo acquisirli agevolmente, altri richiedono più tempo, ricordandosi sempre di porsi la domanda: che posizione nelle priorità assume la tua salute? Investi abbastanza in quella direzione? Ci sono cambiamenti importanti come l’attività fisica che deve diventare abituale, l’alimentazione che deve vertere su principi sani, il supporto di alcuni nutra-ceutici ovvero sostanze naturali utili per il benessere dell’organismo (Vitamina C, Probiotici, Omega 3) e la dismissione da atteggiamenti pro-infiammatori (fumo, alcol, stress…).
Ecco, passiamo adesso ad introdurre un aspetto più semplice che richiede poca difficoltà! Ci sono i primi caldi estivi, il sole splende per numerose ore nel corso della giornata ed è l’occasione giusta per… assumere la giusta dose quotidiana di Vitamina D!
Definiamo brevemente cosa sia: la vitamina è una sostanza che facilita o inibisce alcuni processi metabolici e in carenza di alcune di esse, possono insorgere alcune patologie. La vitamina D viene in parte prodotta dal nostro corpo, in parte viene sintetizzata dall’esposizione al sole.
Ecco quindi come facilitarne la produzione: esponendosi al sole. E’ sufficiente esporsi? Quanto tempo? Perché proprio in estate? Per avere una buona produzione di questa sostanza bisognerebbe prendere il sole per almeno mezz’ora quotidianamente esponendo più superficie corporea possibile: viso (da solo è poco), braccia, gambe e magari petto!
Bisogna specificare due aspetti importanti:
- La produzione diventa efficace al fine di produrre vitamina D, alle nostre latitudini, soltanto nei mesi più caldi (fine maggio, giugno, luglio, agosto ed inizio settembre).
- La crema solare riduce quasi annullando gli effetti dei raggi solari al fine della produzione della vitamina D. E’ di buon senso esporsi senza protezione solo nelle prime ore del mattino, evitando il sole delle ore centrali.
Ecco perché dicevamo fosse facile: fate la vostra bella passeggiata mattutina di 30,40,60 minuti (come già consigliavamo) esponendo la corretta porzione corporea. In questo modo, oltre le ricadute positive dell’attività fisica, si aiuta il corpo a produrre questa sostanza salutare.
Cosa serve nello specifico?
La vitamina D interviene nel metabolismo del calcio e di conseguenza nella calcificazione delle ossa, mantiene la corretta presenza di calcio e fosforo nel sangue, a loro volta importanti in processi come la contrazione muscolare, la coagulazione del sangue… Nella sua forma attivata, la vitamina D agisce in realtà come un ormone che regola vari organi e sistemi ed è importante nel controllo dell’infiammazione generale e del sistema immunitario.
Alcune ricercatrici italiane, hanno recentemente pubblicato un articolo
1 che sottolineava l’importanza di tale sostanza nella gestione delle eventuali problematiche post infezione da Coronavirus. In letteratura si evidenzia come la vitamina D possa cooperare con l’interferone (IFN) di tipo I per migliorare le risposte antivirali. L'interferone, che è una proteina della famiglia delle citochine, prodotta dal corpo, come si intuisce dal nome “interferisce” con la crescita di un virus. Oltre a questo hanno funzione di regolare il sistema immunitario, facilitano la comunicazione tra cellule e favoriscono il differenziamento cellulare. E' già documentata all’unanimità l’azione anti virale della vitamina contro infezioni come l’epatite C e il Rinovirus.
L’articolo che abbiamo riportato, conclude come sia forte l'ipotesi per la quale un adeguato stato di vitamina D al momento dell'infezione aiuti la risposta protettiva dell'interferone (IFN) di tipo I precoce e rafforzi l'immunità antivirale innata a Sars-CoV-2. Col progredire della malattia, l'attività immunomodulante della vitamina D potrebbe invece aiutare a ridurre i danni iper infiammatori osservati nel COVID-19 grave, giustificando il suo uso come terapia adiuvante. Ulteriori studi potranno confermare questa ricaduta positiva.
Come sottolineato dalla Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro
2 (AIRC), citando l’articolo EPIC, le persone con i più alti livelli di questa vitamina nel sangue hanno un rischio di cancro al colon inferiore di circa il 40 per cento rispetto a chi invece ne è carente.
Quale è il fabbisogno giornaliero?
Dipende dall’età, in linea di massima 400 unità al giorno, in assenza di fattori di rischio. Le dosi possono variare e arrivare fino a 1.000 unità al giorno in presenza di fattori di rischio o deficit.
Bisogna però considerare che ci siano comportamenti che ostacolano l’assorbimento e la riserva di vitamina D: il fumo, l’utilizzo di sostanze stupefacenti e l’utilizzo di alcuni medicamenti.
Senza generalizzare o banalizzare, bisognerebbe analizzare i singoli quadri clinici, supportandosi con un esame del sangue specifico.
La carenza è tipicamente dell’anziano e, nel caso, sia oggettivata da esami, può essere corretta dalla somministrazione via bocca della stessa, specialmente durante il periodo freddo.
Risulta importante ricordare sempre l’importanza che anche in questo caso come l’alimentazione possa dare un apporto: la vitamina D è presente, seppur in piccole dosi, nell'olio di fegato di merluzzo, nelle aringhe, nel tonno, negli sgombri, nel salmone e nelle uova. Si può anche ritrovare nelle verdure verdi a foglia larga come bietole, cicoria, broccoli, cavolo.
Esiste il rischio di sovradosaggio? Questa condizione non è possibile con la sola esposizione solare, può avvenire nel caso di integrazione tramite bocca della stessa. Effetti collaterali ad una D ipervitaminosi possono essere nausea e vomito. (solo con alti dosaggi assunti per lunghi periodi possono tradurre in criticità come ipercalcemia da ipervitaminosi D, situazione che puo’ indurire le arterie e aumentare il rischio cardiovascolare)
Se il rischio di sovradosaggio è molto molto basso, risulta doveroso sottolineare come in alcune situazioni ci siano controindicazioni all’esposizione solare prolungata:
- Assunzioni di alcuni farmaci “fotosensibili”, che in particolare depositandosi sotto la cute possono dare reazioni di tipo allergico
- Ferite da intervento chirurgico recente, la cui esposizione diretta al sole potrebbe arrossare il cheloide ( a volte basta un cerotto o una crema ad alta protezione )
- Soggetti con facile reazione da eritema solare
Insomma, le conclusioni, sono le stesse:
- Esci a passeggiare, approfittando delle temperature ancora miti, al mattino e fai una bella passeggiata ad un’intensità ritenuta moderata/impegnativa per almeno mezz’ora quotidianamente lasciando parte del corpo esposto al sole
- Aiutati con una alimentazione varia, salutare come già esposto negli articoli precedenti e, se si evidenziasse una carenza aumenta la frequenza di certi alimenti qui citati e, col parere di un medico, eventualmente aiutandoti con un’integrazione per bocca.
- Certi atteggiamenti come il fumo, l’alcol non hanno nessun effetto benefico, solo collaterali, anche in questo aspetto!
La strada è tracciata, resta a te, con braccia e gambe al sole!
Buona passeggiata di salute…
1 https://journals.physiology.org/doi/full/10.1152/ajpendo.00315.2020
2 https://www.airc.it/cancro/prevenzione-tumore/il-sole/vitamina-d